Le tecniche più comuni per lo stampaggio di materie plastiche

Le tecniche più comuni per lo stampaggio di materie plastiche

Lo stampaggio di materie plastiche è un’operazione fondamentale per la realizzazione sia di piccoli ingranaggi che di componenti più grandi. Può tornare utile in diversi settori produttivi, in quanto la plastica viene impiegata per diversi articoli, dalle vaschette in ambito alimentare, alle casse interne degli elettrodomestici o per pannelli nel settore automobilistico. Esistono diversi metodi di stampa, ciascuno adatto a prodotti finali diversi e ad esigenze specifiche. Sulla base di questi, in linea generale, è possibile scegliere tra lo stampaggio a iniezione e il sovrastampaggio a iniezione, due tecniche simili che presentano però alcune differenze.

Stampaggio a iniezione

Lo stampaggio a iniezione di materie plastiche (https://www.stamplastitalia.com/) prevede che i polimeri termoplastici vengano fusi in una macchina, la quale viene impiegata nella filiera produttiva e iniettata nello stampo. Il materiale poi si raffredda e diventa solido: a questo punto lo stampo viene aperto a metà. Questa serie di processi viene definita “tempo di ciclo”.
Uno dei vantaggi più apprezzati di questa specifica tecnica è sicuramente la ripetibilità, e risulta quindi semplice realizzare pezzi sovrapponibili l’uno all’altro senza incorrere in usura e deformazioni.

Procedura di stampaggio a iniezione

È possibile individuare tre macro-fasi che rientrano nel processo di stampaggio di plastica a iniezione. Nonostante il ciclo sia molto più lungo e complesso e preveda anche il caricamento, la plastificazione e l’estrazione, i tre punti chiave dell’operazione vengono normalmente riassunti in questo modo:

  • la prima fase è il cosiddetto tempo di iniezione, il quale consiste nell’introduzione del materiale sotto forma di granuli (o pellet) nella macchina;
  • in un secondo momento, definito tempo di raffreddamento, la plastica viene lasciata solidificare;
  • infine, il prodotto finale viene rilasciato con l’espulsione, tramite estrattori, dell’articolo stampato.

Le tempistiche possono variare e sono legate ai costi di produzione: questi, infatti, diminuiscono se il processo risulta più veloce.
Lo stampaggio a iniezione di polimeri plastici avviene tramite dei macchinari chiamati “presse”, solitamente vendute in range di utilizzo diversi per soddisfare bisogni specifici. Questa tecnica permette infatti di produrre oggetti molto piccoli, come i bottoni, ma anche componenti molto grosse. L’unica differenza è da rintracciarsi nella dimensione del macchinario selezionato.
Tra i prodotti più comunemente realizzati con questa tecnica è possibile citare diversi tipi di bidone, sedie da giardino, alcune componenti utili per la costruzione di piscine, sensori antincendio e nipper.

Il sovrastampaggio

Il sovrastampaggio ad iniezione è una tecnica di lavorazione che permette di unire superfici con struttura molecolare differente tramite uno stampo contenente componenti di altra natura. Alla fine del processo, le due materie da cui si parte risultano come incollate.
Il sovrastampaggio può essere con inserto: si inserisce un oggetto (può essere una vite, una placca…) in rame, acciaio oppure ottone, sopra il quale viene sovrastampato il materiale plastico.
In alternativa, è possibile optare per il sovrastampaggio su plastica, adatto per produzione di piccola dimensione. In questo caso il polimero plastico viene stampato su un altro componente dello stesso materiale.
Per compiere questo tipo di operazione, sia essa stampaggio o sovrastampaggio ad iniezione, è fondamentale conoscere aziende con esperienza in grado di fornire il miglior risultato finale possibile. La caratteristica che la contraddistingue è la personalizzazione del progetto dal momento iniziale a quello finale, uno dei vantaggi più importanti offerti al cliente. I prodotti realizzati da Stamplast sono creati con macchinari all’avanguardia.

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